BookBot: Makers

Questo libro se non lo avete ancora letto dovrà diventare uno dei vostri libri per l’estate. 

Non si può essere appassionati di robotica, di stampa 3d, di digital revolution o di robotica educativa e coding senza aver letto “Makers: The new industrial revolution” o in italiano Makers, il ritorno dei produttori.
Unica critica alla traduzione italiana è per l’appunto sul titolo. Per il resto in inglese o in italiano è un libro sicuramente da leggere.

Quando inizio le mie lezioni sulla stampa 3d è uno dei capisaldi delle introduzioni, con citazioni ed esempi dell’autore Chris Anderson.

Siamo di fronte a una rivoluzione che finalmente non riguarderà solo le prenotazioni degli alberghi, delle case, dei viaggi, oppure l’acquisto e il consumo di musica e video. Questa rivoluzione riguarda gli oggetti, il loro immagazzinamento, la loro distribuzione. Se la rivoluzione della stampa 3d riuscirà come sembra a portare nelle nostre case stampanti precise e a basso costo allora la “dematerializzazione” degli oggetti sarà realtà. E le aziende si ritroveranno a doversi inventare nuovi business e nuovi modelli di vendita. Sicuramente le basi concrete e i case Studies esistono già. Basta pensare a Spotify per la musica e Netflix per i film.

Nessuno avrebbe pensato agli inizi del millennio che sarebbe stato possibile avere degli abbonamenti che ci consentissero di ascoltare musica in tempo reale senza doverla salvare sui nostri dischi fissi.
Musica e film ormai sono distribuiti tramite abbonamenti, sempre accessibili, con qualsiasi device.
Sarà così anche per gli oggetti.

Ma chi ci sta già pensando?

Sicuramente Makerbot  con la piattaforma online Thingiverse e Autodesk con Instructables  sono dimostrazioni di come grandi aziende (Autodesk) o  startup di successo diventate aziende “vere”  (Makerbot) siano già in movimento su questo argomento.

Altre aziende come New Balance sta studiando come realizzare le sue scarpe o parte di esse in stampa 3d.

Ma la vera rivoluzione non sarà di produzione (è vero la stampa 3d è un nuovo metodo di produrre) ma sarà il sistema che ci consentirà di essere abbonati a librerie di oggetti da stampare e ancora azzererà i magazzini delle scorte, rendendo i pezzi di ricambio reperibili per sempre e ovunque.

Da anni ci occupiamo di stampa 3d, quando abbiamo aperto insieme alla Cooperativa Il Laboratorio e il Festival della Scienza il Madlab (centro di formazione per la stampa 3d)  il primo pezzo che abbiamo seguito era un pezzo di ricambio per un condizionatore.

Perché grazie alla stampa 3d ridaremo vita agli oggetti che si rompono, ricicleremo la plastica che non usiamo più, creeremo un nuovo modello per l’economia circolare. 

Se volete muovere i primi passi in questo mondo leggete allora il bellissimo libro Makers di Chris Anderson e se avete Netflix ecco il documentario giusto per voi: Print the Legend

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